domenica 23 settembre 2018

Casa


Caro diario,

ho pensato spesso di dover fuggire via, cercare e creare nuove strade in posti dove si narra che la vita sia migliore.
Dove tutto funziona.
Dove ti pagano quando lavori.
Ma mi piacciono le sorprese, e questo luogo ama sorprendermi continuamente.
Adoro perdermi, disorientarmi e improvvisamente scoprire scorci che mi riportano a casa.
Cammino molto, mi immergo, cambio strada, punto il naso all'insù verso mete ignote, spio nelle case, fantastico di storie avvincenti, umanitá intrecciate in vicende misteriose. Mi infilo in vicoli stretti, sfiorando atrocità e vizio, tradizione e pericolo, accoglienza e repulsione.
Vesto i panni di un turista sprovveduto per conservare la meraviglia della scoperta e quelli del Cicerone spregiudicato per illuminare occhi rapaci e stranieri. 
Questo è il luogo della contraddizione e della semplicità, del talento e dell'ignavia. 
Una scommessa continua. 
Solo Napoli. 
La mia città.

Ni puta, ni santa, solo mujer


Caro diario,

oggi parliamo d'amore nel 2018 A. C.

Quando l'uomo che dice di amarti ti chiama puttana perché hai un passato sentimentale che la tua spontaneità rende marcio ai suoi occhi, per cui diventa difficile essere viste, se non attraverso una coltre di pregiudizio e morbosità.
Insomma... ci volete sante.
Però poi che palle, quindi ci tradite.
Meglio se disinibite, però attenzione allora siamo delle zoccole.
Meglio porche, però no poi che schifo, chissà con quanti hai fatto così.
Ti voglio sensuale, però attenzione poi ti guardano e non mi sta bene.
Sei bellissima in quelle foto, però aspetta... magari gli altri pensano che tu sia una puttana, come quelle a cui metto sempre i like... e allora no, che mi rovini la reputazione.

Dovremo imparare una formula di femminilità che sia coinvolgente, ma con moderazione, erotica in modo pazzesco, ma senza esperienze pregresse, educande senza grilli per la testa, ma sempre vogliose, disinvolte, ma con remore.
E soprattutto forgiate esclusivamente per te nello stesso momento in cui fai la nostra conoscenza. Venute al mondo, materializzate dal nulla, solo ed unicamente per te, l'unico uomo degno.

Ma cosa vi hanno fatto da piccoli?
#niputanisantasolomujer

E cmq... https://www.youtube.com/watch?v=kYnNdfL9s_8

sabato 21 giugno 2014

Love's not dead


Caro diario,

A proposito di musica, ricordi e tenerezze varie.
Oggi in radio hanno pronunciato la parola "acciuga" e io ho fatto un salto nel tempo.
Liceo Artistico, un milione di anni fa o forse due.

- A me piacciono più gli Spandau Ballet che i Duran Duran.
Quando lo dissi avevo 14 anni, ero al liceo e mi sentivo del tutto outsider per aver pronunciato quelle parole.
Ma Sandro Acciuga mi guarda, abbassa gli occhiali da sole e avvicina i suo occhi tondi e verdi ai miei:
- Ntz, ntz bella bambina... a te non piacciono nè gli uni, nè gli altri.
A te piacciono i PIL. Tanto sono easy pure loro ora.
Mi venne una battuta del cazzo a proposito dei peli, ma non la feci perchè lui era fra quelli "grandi", con gli anelli, le creste e che avevano simpatia per me. Una simpatia spontanea che non avevo chiesto e che non mi aspettavo.
- I PIL?!
- Non li conosci... lo so. Sei una bambina.
Mi piaceva quell'aria sarcastica da duro, che di duro non aveva nulla.
Lui e Nick, "quello inglese" con cui mi scambiavo selvaggi baci dietro al portone della scuola, davano i pugni nelle lamiere del perenne cantiere in corso... si chiamavano "bastardo" l'un l'altro e ci tenevano a rassicurarmi che era un gergo affettuoso fra loro che erano punk.
Se ci ripenso ora muoio di tenerezza fulminante.
Mi prese per mano dicendo:
- Nick lo sa che ti prendo la mano. Stai serena.
Lo guardavo con gli occhietti sgranati e mi lasciavo letteralmente trasportare fra piazze, sale prove, gente che non conoscevo, ma che mi abbracciava come se fossimo sempre stati amici. Avevo i capelli cortissimi e le mani di tutti sempre in testa.
Non potevo mai fare tardi... abitavo in provincia e avevo una doppia vita.
Mi dividevo tra spille da balia "appizzate" in ogni dove e la palla a volo nel cortile di casa.
Ho capito nel tempo, quando molti di quelli che amavo sono scomparsi, che proprio la palla a volo, i campi e il gioco con la molla, mi hanno salvato la vita o quantomeno la salute.
Io andavo nettamente controcorrente... ero una piccola peste di giorno e una candida bambina che correva fra i fiori la sera. Ora mi sembra divertente la cosa, ma a quei tempi avrei solo voluto tornare tutte le notti alle 5 a casa.
Insomma, mano a mano con Sandro Acciuga ho fatto un salto nel rock'n'roll dei Ramones, Clash, Sex Pistols, Pil, Dead Kennedys, GBH e un altro mare nel quale non ho mai smesso di nuotare.
Sono diventata grande attraversando varie vite, senza mai lasciare quella sottile rabbia, la passione e la curiosità che mi muovevano in quegli anni.
Sono rimasta doppia, scoprendo che poi è proprio uno + uno che fanno un'unica dimensione.
La musica è rimasta la molla che mi fa saltare, che mi fa gioire e amare.
I ricordi, gli incontri e gli scambi sono un tesoro che ringrazio ogni giorno di possedere.
Sandro Acciuga se n'è andato molto presto... ci eravamo un po' separati perchè lui diventava sempre più rude boy, mentre io avevo ancora un po' di strada da bambina da fare.
Ma non dimenticherò mai quella mattina che bussò alla porta durante la mia lezione di ornato:
- Posso parlare con Roberta Della Volpe?
Uscii per salutarlo.
- Non ho fatto il rinvio militare. Parto. Ma appena ho una licenza ti vengo a prendere, ci siamo un po' persi di vista e mi dispiace.
Fui felice. Tanto, ma non lo rividi mai più.
Se lo portò via un incidente stradale, solo che è rimasto fra i miei amici di sempre e sempre ci resterà.
Ci ascoltiamo il pezzo che mi fece sentire perchè: "è più facile per te".
Durante il pezzo sorrisi cercando di darmi il giusto contegno per non deluderlo. Ma mi piacque.
Per Sandro, per l'amore, l'amicizia e per voi.







sabato 17 maggio 2014

Chi dice donna dice danno

Caro diario,

ma tu sei maschio o femmina?
È vero che che hai una O finale, ma vorrei sapere da te come ti senti.
Ti affascina di più il potere dell'accoglienza o dell'invasione?
Ah... dici che decido io?
Vabè facile, allora sei maschio. Un bel maschione virile e accogliente insieme.
Troppo? Naaah.
Oggi parliamo di femminucce.
Ma non intendo "genere femminile", parlo proprio della Femmina, quella con le palle.
Ah no le palle ce le hanno i maschietti, giusto.
No, non ho sempre un'idea fissa, ti sbagli.
Si dice: chi dice donna, dice danno... io sto cominciando a conoscere un po' di uomini dei quali potrei dire la stessa cosa.
Chi si spinge con coraggio fino a tirarsi indietro proprio mentre tu cominci a crederci.
Chi è perennemente mestruato, nonostante non gli abbiano montato le ovaie.
Chi è duro e puro solo in apparenza.
Ma io qui non voglio dissertare sugli uomini, tra l'altro li amo e generalizzare sarebbe idiota.
Volevo solo spezzare una lancia in favore di quel "danno", che saremmo noi bipedi tette e culo munite, senza il quale però che noia, non credi? ;)
Certo, ci sono pure dei guai insopportabili, ma la cosa la si può estendere a tutto il genere umano.
Le gatte morte le bandirei, ad esempio.
Ma le gatte vive sono uno spasso.
Un pezzo degli Almamegretta, che è praticamente l'inno alla femminilità, all'essere femmina, dice:

"mamma, puttana o brutta copia 'e n'ommo
chest'è na femmena int' 'a chesta parte 'e munno
ca quanno nasce a cchesto è destinata
e si 'a cummanna 'o core d' 'a ggente è cundannata.

mamma, puttana o brutta copia 'e n'ommo
avesse voluto 'e cchiù int' 'a chesta parte 'e munno
apprezzata no p' 'e mascule sgravate, no p' 'e chisto
cuorpo bello, no p' 'e mazzate che aggio dato
sulamente pecchè femmena so' stata
e nu catenaccio 'o core nun me l'aggio maje nzerrato
sulamente pecchè femmena so' stata
sulamente femmena..."

Non voglio tradurlo, perchè la poesia della lingua sposa l'essenza stessa del messaggio.
Le parole di questa canzone sono un mantra che, in momenti difficili, mi ripeto sempre.
Sono nata libera, libera ci resto e "nu catenaccio 'o core nun me l'aggio maje nzerrato" è la parte che ho sottolineato con la penna rossa dentro me.
Non parlo solo di amore, ma di tutto.
Detto questo, prima di attaccarti un pippone senza confini, ascoltiamoci gli Alma che è meglio.
E... nun te scurdà maje, m'arraccumann'!




martedì 22 aprile 2014

Tu mi piaci un terrAmoto


Caro diario,

oggi ho fatto un giro nel quartiere per sgranchirmi il cervello e ho fatto un incontro.
Diciamo che di incontri così le donzelle napoletane ne fanno a bizzeffe, ma stavolta io mi sono fermata ad incontrare IT. Esso.
Sai che chiamo così i villici di Mau Mau City... mi conosci e sai che non è razzismo, ma, talvolta, realismo ;)
Insomma lui mi si è parato davanti col motorino.
Oggi la giornata per me è proprio del cazzo, quindi in quel momento ero pronta a tutto.
Ho alzato il viso con un mezzo sorriso e l'ho sfidato. Lui mi ha guardato dritto negli occhi, li aveva verdi mare... ci è entrato proprio. Per un po' siamo stati come due robot nemici in un cartoon jappo, ma poi lui mi ha sorriso e gli si è letteralmente aperto il volto.
Mi dice:
- Stai di casa qua vicino, eh? Ti vedo sempre... tu mi piaci un terrAmoto".
Ho ingoiato una risata, perchè poteva risultare offensiva, ma in realtà mi aveva proprio divertito.
Non ce l'ho fatta ed ho risposto:
- Si ma di che magnitudo? E poi scala Richter o scala Mercalli?
Non capisce. Si fa serio, con la mano mi dice di avvicinarmi e io mi sorprendo a farlo.
- Fai la tosta, eh? Lo vuoi un gelato?
- Si (come si?!)
- Se vieni con me sul motorino, ti porto a una parte dove i gelati li fanno esagerati.
- Non vengo con nessun motorino, mo tu scendi e il gelato ce lo prendiamo al bar qui sotto.
- Vabbuò... già mi pare chissà che cosa che mi stai parlando (sorrisone).
- Bravo!
Ci incamminiamo, con lui che mantiene il motorino con una mano e con l'altra mi orienta, per far sì che non mi investano le auto. Quasi mi commuovo.
- Stai su facebook?
- Sì.
- Con che nome stai?
- Nikka Costa.
- No ja, veramente...
- E veramente ti sto dicendo... è un nome d'arte.
- Ti posso cercare?
- Cercami.
In prossimità del bar c'era una flora e una fauna di dubbio gusto, per cui rinsavisco e invento una telefonata che poi diventa un appuntamento con mio padre, che poi devo scappare, etc, etc.
- Te ne stai scappando... loro so' tranquilli.
- Me ne devo scappare... tanto mi trovi su fb.
Gli porgo la manoo, per evitare contatti di sorta e lui me la bacia.
Mi entra in testa di nuovo con i suoi occhi tipo laser e io penso che dovrei adottarlo, rapirlo o cose così, prima che diventi un mostro senza ritorno.
- Sei bella 'o veramente.
- Grazie.
Me ne vado mentre sento che lo sfottono pesantemente, dato che me la sono svignata, ma è ok così.
Io volevo solo spostare le mie attenzioni altrove ed ero stupita di tanta gentilezza.
Chissà Nikka Costa da chi se la vedrà arrivare l'amicizia... io manco il nome gli ho chiesto.
Si ma ora il gelato? Vabè posso sempre ripiegare sulla pastiera.

Il pezzo che corona il momento?
Questo, senza dubbio.





domenica 20 aprile 2014

Amarevolissimevolmente


Caro diario,

ti scrivo da un pianeta strano. Il pianeta Amaro.
Ogni tanto ci vado, non è lontano, ma mi porta lontano. O, meglio, mi porta dentro.
Dentro le cose, dentro me. Non sempre mi piace, ma è prassi tutte le volte che devo capire qualcosa.
Tra il marasma delle cose che mi si agitano dentro, del tipo: chi sono, cosa faccio, cosa voglio, dove vado (un fiornino! cit.) c'è un piccolo addio.
La mia Viky ha deciso che poteva bastare.
Ma ha scelto di andarsene mentre ero a Torino... o forse ha provato ad aspettarmi, dato che ha smesso di esserci la notte prima del mio ritorno a Mau Mau City.
"Smesso di esserci"... quanto è semplice e difficile al tempo stesso dire solo: è morta.
Se avesse voluto telefonarmi per avvertirmi, hai visto mai, non avrebbe nemmeno potuto farlo, giacché anche a Turìn sono abili tascheggiatori e mi hanno portato via il cell dalla tasca su un tram.
Non amo gli accanimenti, ma qui trattasi di gatta e allora ho dovuto procedere ad un aggattimento terapeutico... l'autopsia. Io dovevo sapere perchè.
Beh, le ha ceduto il corazòn... forse una patologia genetica, forse la vecchiaia (vecchiaia?) che avanzava. Cmq Viky ha fatto click.
Era la mia ombra, come Pulce. Alla fine sono stata il loro branco o loro il mio.
Ogni tanto allungo il passo per non pestarla, ma è che senza occhiali ogni oggetto scuro potrebbe essere lei :)
Ci ho messo un po' per scriverti, la tristezza è quasi passata, ma dovevo metabolizzare, tu sai che io faccio come i boa... devo stare ferma, occhio vitreo, ad attraversare tutto quanto.
In compenso Pulce è diventato ancora più una zecca cavallina di prima e io lo vizio come se non ci fosse un domani.
Ha 16 anni passati, ho pensato chissenefrega!

Viky, only for u my sweet little cat.


Un bacio.






venerdì 3 gennaio 2014

Gli alieni sono mariuoli!



Caro diario,

ma tu ci credi agli alieni?
Ho passato le più belle notti della mia adolescenza a guardare le stelle.
Abitavo in campagna e potevo stendermi sul balconcino a guardare quei puntini luminosi e ad ascoltare il suono dei grilli e le cicale.
Mi costringevo a fissare quel nero profondo tempestato di diamanti, fino a non respirare più, perchè l'idea di non riuscire a definire l'infinito, mi faceva quasi perdere il senno.
Mi sentivo folle. Ridevo sottovoce con gli occhi pieni di lacrime.
Potrei dire che ero giovane, per questo agivo così... ma poi ho scoperto che sono solo pazza, giacchè, quando posso, lo faccio ancora.
Ho fantasticato milioni di volte sull'arrivo degli alieni.
Mi piacciono tutti i film sull'argomento, da quelli seri agli apocalittici, fino a quelli demenziali.
Quando avevo 7 anni circa, eravamo a Scauri in "villeggiatura", come si diceva quando si faceva, e mi portarono al cinema all'aperto a vedere "Incontri ravvicinati del terzo tipo", di cui sono malata.
Ero in braccio a mia zia che si spaventò, perchè ero diventata rigida e immobile alla vista degli alieni filiformi del film. La stessa reazione che ho avuto davanti al "Pinocchio" di Comencini, che resta, in assoluto, il più temibile dei film horror mai visto in vita mia, ma qui entriamo in territorio "bambole", è un'altra storia.
Insomma tu  come te li immagini?
Io non so se sono verdi, grassi, alti, con tre occhi o uno solo.
Però ho scoperto che sono ladri di cuore.
Rubano le cose a cui tieni, o rapiscono le persone che ti piacciono, ma non si sa se te le restituiscono oppure no.
Io son convinta che ci sia il loro zampino, altrimenti non si spiega com'è che fino al giorno prima avevi un amico che ti piaceva tanto e ora, puf! Questo è sparito. O avevi sistemato un link per un lavoro, ma non lo trovi più, nemmeno se ti inserissi nel computer tu stessa a cercarlo. L'anello preferito? Puf! La t-shirt del concerto degli African Head Charge? Puf!
Insomma, mariuoli proprio!
Meno male che non sono fissata con tutta la faccenda degli Ufo, sennò puf lo farei anche io, ma definitivamente nella mia testa.
Ritornando ai film, se sei mio conosci la Pixar di sicuro.
Questo te lo ricordi? :)
Mi sa che più o meno va così...


Lifte!